I buoni propositi del criceto

Tu te le fai delle domande, fai progetti immagino.

Pensa a quanti buoni propositi si fanno, ad inizio dell’anno per esempio. Ci auguriamo che sia l’anno buono, che sia migliore e magari, a fine anno, eccoci qui come prima, se non peggio di prima.

Vorresti aprire un bar in Papua Nuova Guinea? O andare a fare il missionario in Africa? Non faccio esempi a caso. Sai quanti amici ho sentito parlare così? Io stesso, mentre ero in fermento, ad un certo punto volevo trasferirmi in Amazzonia, dove ho avuto la mia prima adozione a distanza. Grazie a Dio, l’hai letto nel primo capitolo, sono stato aiutato a non fuggire, ma a stare più vicino, a ripulire un po’ la mia casa, la mia persona, senza dimenticare i lontani. E come dice Isaia 58, la mia luce ha ripreso a brillare come l’aurora. Prova a fermarti e guarda che cosa c’è dietro a quei desideri.

 

Quante volte ho fatto un selfie e vedevo solo un criceto.

Riflettete bene sul vostro comportamento! Avete seminato molto, ma avete raccolto poco; avete mangiato, ma non da togliervi la fame; avete bevuto, ma non fino a inebriarvi; vi siete vestiti, ma non vi siete riscaldati; l’operaio ha avuto il salario, ma per metterlo in un sacchetto forato… Salite sul monte, portate legname, ricostruite la mia casa.” (Ag 1,4-8).

Seminato e non raccolto, aver mangiato e aver ancora fame, guadagnare e sperperare: tutte situazioni che mi riportano a quella che chiamo la “Sindrome del criceto“, che in molti viviamo oggi. Corri, ti affanni, lavori, ma non sei mai soddisfatto, pieno. E sempre fermo lì, con quel malessere esistenziale… ”aspetti un altro te che non verrà“, dice una famosa canzone di Marco Casuccio. Il malessere, oggi ci chiama a creare il nostro giardino di vita, ora, per salvare noi dal corto circuito o i nostri fratelli – che non stanno meglio di noi – e i bambini che continuano a soffrire davanti al ripetersi dei mali non visti né affrontati, anche questo un po’ “criceto“.

Il primo passo è accettare di scendere dalla ruota, in fondo non sono un criceto. Poi aggredire la paura di interrompere la ripetitività. E “salire sul monte” portando la propria legna – cioè le energie personali con Dio e nell’amore. Se non ci sono ancora, devo andare in fondo, come è successo a me.

 

L’inizio dell’anno è un tempo propizio.

Se anche tu sei stato un po’ più nuovo nell’anno appena finito son contento, se no, ti auguro di far qualcosa per esser nuovo, non soltanto di sperarlo. Ripetere qualcosa che è già vecchia non fa bene a nessuno, Repetita non iuvant. Ci incontriamo sulla stessa strada, Auguri che sia l’anno buono!

Nuovo oggi

Meglio esser N uovo oggi che gallina (o pollo) domani si legge in filigrana dietro detti saggi.

Il tempo del cambio è ora non rimandar presente se ogni anno speri e non si avvera.

Gli ultimi son primi dice un amato Amico se fine e inizio ci trovan vivi dentro passaggio d’anno è fatto salutare e antico.

Se speri che il nuovo sia meglio è bene ma guarda cos’ ha il vecchio vedi se c’è richiamo a esser sveglio.

Giorni di gioia mai appaian pochi quando bambini pieni di vita senza artificio viviam i nostri fuochi.

Auguro a me e ognuno attento sperar meglio sia ascoltar la Vita

lottar d’Amore per te Dio e gli altri tanto.

Leggi di più Venti d’amore

4 commenti su “I buoni propositi del criceto”

  1. Sempre la riflessione sul bene e il male risuona nell’animo profondo e alimenta la calda fiamma. Grazie per gli spunti di creActione che ci offri.

  2. La sindrome del criceto, un altro condizionamento secolare che purtroppo esiste ed esisterà fin quando non si coglie l’occasione di poter esprimere la propria creativitá, il proprio essere che siamo al di fuori di un sistema condizionato che porta alla morte già da vivi.
    Per quest’anno e gli anni a venire auguro a tutti e a me in primis di non farsi sfuggire quell’occasione.

    1. Grazie Pasquale era rimasto nascosto il tuo prezioso commento, letto solo ora, buon proseguimento nel cogliere al volo ogni occasione, daje

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