Cenere

Non so se ti sei accorto che oggi è il Mercoledi delle Ceneri. Mi dirai: “E’ già grasso che cola se mi sono accorto che ieri era martedì …grasso”.

Si è vero, scusa. Ormai i nostri ritmi sono dettati dall’economia e non essendoci nulla da vendere oggi, è più difficile che ci venga ricordato dalle pubblicità. Ma che indizi avremmo se volessimo ricordarcene? Il carbone, prodotto che per definizione si avvicina di più alle ceneri, è già impegnato per la Befana; le frappe ( o chiacchiere) sono per Carnevale, ma poi vengono lo stesso vendute in pasticceria per chi non crede. Non crede alle chiacchiere ma preferisce i fatti come i bignè di San Giuseppe, fatti per essere mangiati di gusto in piena Quaresima.

Dunque che ci resta, il digiuno? Ma ormai da noi se ne parla più in corrispondenza del Ramadan o delle diete. Dunque che indizi abbiamo oggi per accorgerci delle Ceneri o della Quaresima?

Azzardo un tentativo di esperienza: La gioia. “See, la gioia” – mi dirai sempre tu – “ma tradizionalmente la Quaresima è un periodo cupo no?

Si ok storicamente di errori ne sono stati fatti a bizeffe, compreso questo. Basti pensare che già 800 anni prima di Cristo il profeta Gioele dice “Laceratevi il cuore non le vesti”, E che Gesù stesso dice “Misericordia io voglio, non sacrificio” cioè ama e non mortificare l’amore di cui sei costituito. Di che stiamo a parlare?

Per me da decenni la Quaresima è un periodo di gioia. Da conquistare, certo, ma di gioia. Un periodo per amare di più. Per recuperare il fuoco della forza di chi ama. Di chi, come Gesù nel deserto, non dipende dagli uomini, ma si distacca per aiutarli. Si prepara per poi immergersi nella folla ed aiutarla anzichè esserne trascinato. Un periodo per recuperare “il fuoco” delle energie personali, come quelle di un bambino.

Se non amiamo siamo insignificanti come la cenere e ci disperdiamo con un soffio di vento. Dopo aver consumato tutto il fuoco dell’Amore in noi, resta una traccia. Lasciamo un segno. Come il fuoco che ha compiuto la sua missione, lascia un segno con la cenere.

Ecco, lasciaunsegno: Crea lo spazio per lasciare un segno.

Scattano i versi, stavolta senza rima perchè c’ è il digiuno del Rimadàn

Cenere

È fuoco l’uomo non cenere

creatura non Creatore

Umile il richiamo dall’oggi.

Dal vulcano fuoriesce

Fuoco che Lava

E diffonde cenere dopo il suo lavoro.

Se sei cenere al vento

Si perde traccia prima del tempo

Se lasciunsegno tutto ha senso.

Ama per tornar vulcano

Ovunque tu sia

Prendi il tempo e crealospazio

 

Se vuoi approfondire fatti un giro per il sito o sfoglia il libro o ama. O parliamone di persona, fatti vivo.

Marco Casuccio

 

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