Non volevo scrivere stavolta, dicevo “domani lo faccio”, ma ho notato troppe coincidenze per riuscire a tacere.
Appena finita la “solita” esperienza di gioia vera in un collegamento con una missione solidale, leggo sull’Ansa di un resoconto di Gallup che dice “L’indagine su persone in 120 nazioni ha rilevato che nel 2021 i livelli di stress, tristezza e solitudine hanno raggiunto livelli record “. Lo stesso giorno leggo le notizie sulla piccola Diana.
L’ennesima tragedia dalle nostre parti può essere l’occasione per un risveglio, ma molto probabilmente sarà l’ennesima occasione per fare spallucce, indignarsi un attimo sui social, “mi auguro che la mamma vada a marcire in carcere”, etc etc. Per poi girarsi dall’altra parte aspettando un domani che da solo cambi le cose. Proprio come sta avvenendo con la guerra in Ucraina.
A proposito di domani… C’è la prima coincidenza che potrebbe darti una bella dose booster di speranza: questa missione africana è nata qualche anno fa da una persona che si è svegliata davanti alla tragedia di un bambino denutrito morto davanti all’indifferenza di chi doveva o poteva occuparsene. Proprio come la piccola Diana. Dal risveglio di Angelous oggi sono circa 1400 le famiglie che sono aiutate ed che aiutano altri; moltiplica per 5 almeno e vedi di quanti bambini si tratta. Moltiplica per 144 missioni nel mondo e dimmi se non hai motivo di sperare.
Cioè dal deserto dell’indifferenza e dalla morte dei bambini è nato un giardino di vita e partecipazione, rigoglioso che porta vita attorno a sé. Abbiamo speranza anche noi, ma c’è da rimboccarsi subito le maniche, oggi non domani. Non serve indignarsi serve di cogliere al balzo le occasioni e le vie che funzionano. Qui ne stai leggendo una di strada. Tutto il blog, il mio libro, è impregnato di questo. Ti sto scrivendo per questo. Tutta l’esperienza di Italia Solidale a partire da P.Angelo Benolli suo fondatore, parla di soluzione di ogni disperazione e violenza. No, non c’è da aspettare domani.
Lo ha capito molto bene Valentina (altra coincidenza) che a un certo punto dell’incontro dice: “Siamo abituati a dire, “Si bello, forte, domani magari ci penso, oggi devo fare questo e questo altro… Si anche domani avranno bisogno, ma la realtà è che se io non agisco oggi so già che domani troverò altre cose, o altre scuse. Io voglio salvarlo oggi un bambino, poi vediamo se nel frattempo posso coinvolgere altri. Qui queste persone meritano. “
Un sorriso che ancora ho stampato nei miei occhi, che contrasta con la fotografia del rapporto Gallup sulla tristezza in espansione (coincidenza?). Come il sorriso e la gioia di questi semplici poveri, Angelous, Lilyan, Boto e gli altri africani li presenti. E quello delle figlie di Valentina che immagino.
Oggi c’è da urlare, anche davanti alle piccole Diana che continuano a morire ogni giorno dentro di noi ogni volta che ci giriamo dall’altra parte. Ma anche davanti alle mamme che lasciano morire i figli in questo modo, bombe ad orologeria, non sorprese, che potrebbero evitare di esplodere se attorno a noi ci fosse una rete di relazioni sane – comunità le chiamiamo – che si impegnano in modo naturale ad amare. Quello che cerca di fare Italia Solidale nel mondo anche in Italia e che nelle missioni del Sud del mondo è una realtà già molto più affermata.
Ma qui in questa missione, dove nel 2002 non hanno detto “domani vediamo”, già quando nel 2015 ho lasciato la zona, mi raccontavano che le famiglie delle nostre comunità erano intervenute davanti ad una donna che per depressione e per astio irrisolto verso il marito – che era poligamo e l’ aveva messa incinta – odiava la bambina appena nata e trovava mille scuse per non allattarla. Con l’aiuto di queste famiglie di poveri che stavano recuperando la loro ricchezza interiore grazie alla lettura ed esperienza dei libri di P.Angelo, hanno aiutato questa donna che ha ripreso ad allattare e la bambina è ancora viva. Dove prima si ignorava il male e si conviveva con esso, ora erano intervenute con la relazione e molta luce per evitare la morte di questa bambina.
Tra le tante tragedie evitate di cui ho scritto, questa neanche mi era venuta in mente, tant’è che non l’ho neanche citata nel libro.
Aohhh!!! Qui è in atto una cosa che funziona. Salva vite, non ti viene voglia di partecipare? Di sostenere? O dici “Domani, vediamo”?
Può funzionare cosi anche da noi, non ci lamentiamo o giudichiamo più, ma rimbocchiamoci le maniche, come hanno fatto qui. Eviteremo l’annegamento della nostra anima nella marea negativa che la circonda e molte altre tragedie che si moltiplicano davanti ai nostri occhi (o che si consumano senza che ce ne accorgiamo).
I pianti continueranno a bagnarci le guance, ma quelle lacrime di coccodrillo non aiuteranno a vivere nessuno. Invece le lacrime di gioia di chi salva un bambino o prova ad intervenire senza aspettare domani, sono lacrime che nutrono, non sono gocce nell’oceano, sono un oceano che genera onde, tsunami che oggi, oggi, oggi non domani sta già restituendo sorrisi. E’ una strada efficacissima, agisci subito e poi approfondisci.
Continuerò ad affermarlo e ad usare tutte le mie forze per far venire alla luce sempre più questa realtà. Amare è un’esperienza possibile, collegati alla rete territoriale che oggi ancora più opera h24 per restituire questa gioia a tutti. Chiama subito il numero 0668677999 per intervenire, oggi non domani. Oppure clicca qui. Ora non domani.
INDOSSA LA GIOIA DEL VIVERE, TI CALZA A PENNELLO!!!!