Dunque, ora che abbiamo fatto il tifo per i buoni contro i cattivi come se fossimo allo stadio, al Circo Massimo o al porto di Trieste dietro o davanti agli idranti; ora che abbiamo visto che chi si prende cura di tutti noi per aiutare la pace invia armi in una polveriera giocando ad una roulette Russa truccata; ora che per rispettare l’embargo oltre ai libri di storia e di Dovstoeskij abbiamo buttato le matrioske o i quadri di Kandisky e l’ultima insalata russa prima della scadenza della maionese. Ora che finalmente scopriamo che dietro la parola guerra si nasconde la parola morte, fuga, profughi, bambini, pianto e disperazione, parole di solito distanti dalla tranquillità del nostro divano senza polvere e macerie.
Io, tu, noi quanto siamo in guerra? Da quanto tempo? Io, tu, noi quanto amiamo? Sei tranquillo dietro quella scatola rettangolare a vedere i video giochi commentati col viso preimpostato? Non sei stanco? Non senti il bisogno di nutrirti di altro che non sia paura, parole o finzione?
Oggi abbiamo l’illusione di sapere e di vedere molte cose, ma partecipiamo poco. Tutto avviene velocemente e spesso superficialmente. E ci fa male. Nei primi viaggi di missione in Africa, in aereo provavo disagio per la velocità con cui passavo dall’ascensore alla capanna di fango, dal nostro mondo a quel mondo. Sentivo che dovevo essere più graduale per rispettarlo e partecipare degnamente a quelle vite immense alle quali mi avvicinavo in silenzio.
Veloci e inconsapevoli. Con quale velocità abbiamo sostituito la paura dei kamikaze islamici alla paura del virus, del no vax, dell’ atomica? Con quale velocità cambiamo canale? O ci dimenticheremo di questa guerra se finisce presto come mi auguro? Già oggi, chi si ricorda della Karamoja? Oggi c’è la siccità e muoiono bambini. Della Colombia? Ci sono sempre i Narcos e la guerriglia sai? Del Rwanda? Ancora si soffre del genocidio. E ce n’è sempre un altro in agguato. E dell’India al centro della pandemia?
Paesi che Italia Solidale conosce molto bene perchè queste cose le affronta ogni giorno nella sua missione contro la guerra dentro che genera quella fuori, a partire da quelle che si svolgono dentro le case, dentro le famiglie. Dove vivono i bambini bombardati dalla violenza dei papà o delle mamme che non riescono ad amare per i condizionamenti antichi di cui sono portatori ignari. Da tempi non sospetti. Ma anche, chi si ricorda della Siria? Dell’ Afghanistan? Della Libia? Della terra dei fuochi nel Casertano? Di Taranto o della Mafia? I fronti sono molti, ogni giorno, impossibile seguirli tutti ma c’è una guerra silenziosa in corso, dentro l’uomo, specie quello occidentale. Non è un caso che P.Angelo già negli anni 90 parlava dello stato di emergenza in cui viviamo. Guarda qui per esempio. O qui.
Sembra parlare dell’oggi no?
Serve che amiamo, ora. L’amore allarga, la mancanza d’amore restringe il cuore, il pensiero, la memoria. Ci sono vie di uscita.
Dobbiamo cambiare. E’ urgente. Non ci sarà mai nessun DPCM che ci aiuti per questo. Nessuna legge o incentivo governativo. Anche se domani dall’alto si stabilisse una tregua, come mi auguro, quella mancanza di amore esistenziale resterebbe dominante.
Anche se cambio Talk Show per vedere altri litigi, quella guerra mi segue. Lo stato di emergenza preesistente prosegue. Mi devo muovere io.
Nel 1992 ho aderito ad un’adozione a distanza quando c’era lo slogan “contro la fame cambia la vita”. Non era diretta a me in particolare quella frase, ma fatto sta che entrando in contatto con questa realtà innovativa che è Italia Solidale la mia vita si è trasformata, l’ho anche scritto nel libro Venti d’amore. E anche quella di migliaia di persone ( In Africa, India Sudamerica, Italia) che stanno ritrovando gioia amore pace in situazioni impensabili. Ieri oggi e pure domani. Senza riflettori e senza emotività effimere. Ma con luce fede carità e continuità.
Oggi si dovrebbe dire “contro la guerra cambia tu. Ama!. Cambiamo noi e ampliamoci. Se amiamo ci allarghiamo e riusciamo a cogliere diversamente anche la realtà vicina. Questo è il momento. Amare è possibile.
Ora te ne dico una forte, vediamo chi sviene e chi si sveglia. L’altro giorno ho parlato con un lettore del mio libro, Ucraino. Era ovviamente sconvolto dalla situazione ma sentendo dell’impegno di vivere e far vivere a 360 gradi in tre continenti – che portiamo avanti nonostante tutto, in questo periodo più che mai – mi ha detto che sta pensando di salvare anche lui un bambino, perchè “non trovo giusto questa disparità tra emergenze di serie A e di serie B”. Sente da noi che i bambini soffrono tutti i giorni e vorrebbe aiutare mentre partecipa alla sua situazione drammatica.
Normale direi. E tu? Scegli la vita? Domenica scorsa è stata la giornata della felicità. Vuoi essere felice? Salva una vita affinchè sia sempre domenica, la domenica della felicità e della gioia.
Inizia subito, firma un armistizio. C’è bisogno di amare per gettare le basi per il domani, “l’amore risolve la moltitudine di mali” dice la Scrittura. “La pace esiste se esistono persone testimoni di pace”. dice P.Angelo Benolli .
Ama che ti passa. Regalati la gioia di amare con un gemellaggio di Italia Solidale e ti si allargherà il cuore la mente e la bocca a formare un sorriso contagioso, come quello di un bambino.
Se vuoi scrivimi pure.
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