Questo articolo lo devo a Mauro (il nome è inventato, ma riporto fedelmente le sue parole, virgole e punti esclamativi compresi) sorprendente quanto recente persona coinvolta in un gemellaggio con Italia Solidale.
In settimana ci siamo collegati con la bambina africana insieme alla sua famiglia e alla fine dell’incontro, bello e gioioso nonostante i drammi raccontati, mi ha mandato questo messaggio: “Grande overdose di speranza. È una realtà che mi spezza in due il cuore e vedere come queste persone affrontano la morte mi mette KO… sicuramente è una grande lezione che è necessaria per centrare meglio la vita. Grazie!”
Grazie a te Mauro che hai confermato che questa esperienza di amore aiuta a centrare la vita. Hai detto in pratica che hai visto persone vive che ti hanno ricordato e fatto venire voglia di vivere. Hai detto tutto.
Ps: Anche a me è successo così lungo il mio percorso di vita e missione e si è scolpito nell’anima il mantra che è scritto da P. Angelo Benolli nel suo impareggiabile libro Uscire da ogni inganno (ma anche sottotitolo o messaggio subliminale nei suoi vivissimi occhi e voce tuonante anche oggi a 91 anni): “La morte è la non vita. Morti non sono i morti, ma coloro che non vivono”
Suo naturale corollario è “La morte non esiste”. <<Si, ok, passo più tardi >> mi dirai tu…certo, la testa ci impedisce anche di leggere questa affermazione. Ti capisco, ma non te lo posso spiegare. Tu veditela dentro di te ovviamente, io ti posso solo dire che anche per uno come me – che si era spento a 26 anni – era assurdo e oscuro il senso di queste parole. Poi c’è stata l’esperienza ed ho assaporato in me ed osservato in migliaia e migliaia di persone quanto sia vero. Ti invito ad approfondire sul mio libro o direttamente dal sito di Italia Solidale, facendolo emergere nella tua personale esperienza.
Intanto aggiungo una “piccola” chicca.
Nonostante ciò che ti ho appena scritto, appena perso mio padre, recentemente, all’inizio mi sono sentito un po’ alle prime armi. Era l’ennesima esperienza nuova, che mi sbatteva davanti la verità e l’imprevedibilità dell’unica cosa certa della vita. Grazie a Dio, in questo caso le armi dell’arsenale le ho “oliate” negli anni amando a 360 gradi (non per merito mio, lo hai letto dal mio libro vero?) … e al solito l’amore mi è ritornato indietro stra-moltiplicato aiutando me e mio padre ad affrontare il doloroso passaggio al Padre.
Mi sono trovato davanti ad un’immersione totale nella potenza e sacralità della Vita. Ma non in imbarazzo.
Ho imparato lungo il mio percorso – semplificando un po’ un tema di cui si discute dall’inizio dell’Universo – che spesso ci si imbarazza davanti alla morte perché in realtà siamo in imbarazzo davanti alla vita.
Pensa in questi giorni, ad esempio, sta iniziando Novembre. Il primo giorno è la festa dei Vivi, vivaci, gioiosi, Santi appunto, ma nel nostro inconscio collettivo più frequentemente ci concentriamo sull’opposto. E’ la festa degli “estremamente vivi”, di chi ha mantenuto intatto o recuperato il sigillo vivace del Creatore. Non si lavora (di solito), le scuole sono chiuse, etc. Eppure tutti noi diciamo “che fai al ponte dei morti”? Lo vedi…
Ora beh lasciamo stare le dissertazioni e torniamo al punto che volevo raccontarti, prima che ti vesti per la tua italianissima e profondissima festa di Halloween.
Ora, nel dolore per mio padre che il Signore ha richiamato a sé, anche durante la sua agonia cercavo di mettere al centro la vita e non la morte (“la morte non esiste” risuona sempre in me te l’ho detto) Una mia costante preghiera è stata: “Tu che sei il Dio dei vivi, se proprio hai deciso che devi prendere una vita con te, da qualche parte certamente vuoi che ne sia suscitata almeno una nuova”.
A brevissima distanza dal suo passaggio, ecco la prima conferma: un gruppo di persone con cui sono in contatto per lavoro, ha deciso di donarmi un’adozione a distanza per “una nuova vita da aiutare in nome del tuo papà” (testuale).
In settimana un’altra persona che avevo coinvolto in un collegamento con l’Africa nei mesi scorsi – proprio mentre mi trovavo sotto l’ospedale di mio padre-toccato da tanta vita anche lui, ha deciso di collegarsi ad una di queste famiglie per salvare un bambino con Italia Solidale. E due …
Non è che questo mi restituisce mio padre, ma mi conferma che il Dio dei vivi chiama noi che restiamo ad esser vivi e far vivere. E così affrontiamo con più forza tutto.
Ma chi ci ricorda che siamo fatti per vivere e gioire? Chi sente oggi una campanella che suona, come il Savonarola del film “Non ci resta che piangere”, che anzichè ripetere “Ricordati che devi morire” ci dice ”Ricordati che devi vivere e far vivere? Allora, dai, anche noi come Troisi rispondiamo “aspetta che me lo segno” ed agiamo!
Dai ricordati anche tu che devi vivere, che sei fatto per gioire, che amare è possibile e diamoci una mano a ricordarlo agli altri con il nostro amore. Collegati anche tu a tutto il movimento di amore che “scampanella” in quattro continenti, e che ce lo ricorda continuamente offrendo opportunità per risvegliare la nostra capacità di amare latente, che risvegliata dal torpore dei condizionamenti che ce la fanno dimenticare, diventa fonte di gioia, fonte di vita per noi e per gli altri.
E’ urgente vivere, sègnatelo anche tu ed agisci altrimenti rischiamo di credere che l’aria di morte che tira sia l’unica possibile. Non permetterlo, si segnatelo dai, ricordati che sei fatto per vivere.
Marco Casuccio
#dajederelazione #amarèpossibile