Tra tifo e compromesso (Buona Pasqua)

Quanto volete perchè ve lo consegni?“. Comincia con questa scena di ordinario compromesso-prostituzione ( vendersi per un vantaggio personale o per evitare problemi) il racconto della Passione di Gesù la domenica delle Palme. Giorno in cui entra a Gerusalemme in mezzo ai tifosi trionfanti – neanche avesse vinto la coppa della Terra Santa – in attesa di essere retrocesso di li a poco mentre nel calcio mercato salgono le quotazioni di Barabba.

Compromesso. È una delle più frequenti situazioni che si vivono, che però lascia segni profondi dentro chi lo fa. In chi lo subisce, come Gesù, lascia segni su tutto il corpo. Va in croce per le debolezze umane che incontra. Nonostante la tifoseria che lo acclama come un fuoriclasse e chiede autografi, viene venduto al miglior offerente. E i consensi calano improvvisamente appena si intravede qualche difficoltà.

Frequente situazione direi, per chi è specializzato a muoversi dove soffia il vento o dove è più comodo, dove non si entra in contrasto e si sparisce nel panorama senza lasciare tracce. Grave in generale, giocare al ribasso, al perdere l’identità per non perdere consensi, o affrontare contrasti. Debolezza di carattere frequente (Cfr P.Angelo Benolli “L’incesto” su Uscire da ogni inganno) ancor più grave se chi entra in compromesso si dice amico di Gesù, che è maestro del non compromesso.

Giuda non era una spia della CIA, era uno dei suoi amici, era stato molto vicino a Lui. Intingeva il suo pane nel piatto dell’amico. Troppo vicino. Va in crisi, come i sacerdoti, gli scribi, i farisei. Davanti alla testimonianza di libertà, di uscita dai binari, è molto più comodo seguire delle prescrizioni esterne (la legge è morte dice più o meno S. Paolo) piuttosto che esprimere lo Spirito che muove e rinnova, ci anima da dentro come siamo creati, bambini. Richiede umiltà, relazione, impegno. Più comodo stare lontani.

Ho conosciuto questa crisi: schema-binari-svuotamento interiore-maschera-doppiezza-incapacità di amare-tradimento di me-tradimento di Cristo. Non sapevo da dove venisse e fortunatamente non ho trovato una corda per farla finita – come è successo poi a Giuda – ma un percorso che mi ha fatto risorgere offrendomi Luce e possibilità di recuperare forze amando. Mi ha offerto un aggancio per risalire la china dalla debolezza dal “perché no?” al “si si no no”. E ne ho viste di risalite in Africa e India o Sudamerica. Basta leggere il racconto di Mariko in questi giorni sul sito di Italia Solidale.

Oppure anche nel mio libro, un libro Pasquale. Pasqua è concreta e reale. Non è gridare Alleluja o Osanna e poi proseguire a vivere col mezzo sorriso adattandosi a ciò che gira. E’ passare dalla morte della passività e compromesso del “né caldo né freddo” alla vivacità del fuoco acceso della persona gioiosa nell’Amore come siamo creati. Provare per credere.

Ciò che mi mantiene vivo oggi è diffondere – in vario modo creactivo – il percorso con Italia solidale che ha fatto risorgere me e migliaia e migliaia di persone. Ti auguro di testarlo di superare l’anonimato, dalla ripetizione stanca al fuoco di chi lasciaunsegno perché ama.

La resurrezione è vicina, ed è possibile. Approfondisci e ama, hai visto mai servisse pure a te.

Buona Pasqua!

#amarèpossibile #lasciaunsegno

Marco Casuccio

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